Quanto costa una traduzione? Un tariffario

Oggi a Napoli è festa patronale, San Gennaro. E quando è festa io lavoro. Faccio i miei secondi e terzi lavori, un poliedrico asociale non può mica avere un solo lavoro. Quindi, come dicevo, lavoro e come è giusto che sia mi faccio pagare. Come qualcuno saprà, nonostante non sia la mia occupazione principale sono anche un traduttore freelance e come già accennato, molto spesso occupo parte del mio tempo libero lavorando su testi o sulla localizzazione di siti web. Di conseguenza, immaginerai che ne vedo e ne sento di tutti i colori. Se hai studiato traduzione, sai a cosa mi riferisco. Probabilmente se sei un traduttore professionista le mie riflessioni per te avranno un gusto già conosciuto e un po’ amaro. Insomma io oggi traduco, ma la gente lo sa quanto costa una traduzione?

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Cominciamo da una premessa. Non siamo unici e non siamo dei poveri tapini disadattati. La sorte del traduttore, così come di moltissime professioni del web ad esempio, è condivisa. Non sarà un mezzo gaudio, ma almeno non siamo soli! Insomma, il punto è che la gente non apprezza a dovere la maggior parte delle professionalità (ho amici avvocati, architetti, webwriter, tecnici del computer, artigiani etc pronti a confermarlo). Il primo pensiero di moltissimi clienti è il risparmio.

La percezione del professionista, influenzata inevitabilmente dal suo grado di riconoscimento a livello nazionale (l’albo di questo, l’albo di quello…certo servono a poco a detta di parecchi iscritti, ma conferiscono autorevolezza e tutelano), dipende molto dal professionista stesso e dalla reputazione che egli riesce a costruire. Quindi prima del prezzo, viene la percezione di sé stessi che si riesce a trasmettere ai potenziali clienti. Fai sentire la tua voce.

Perché il cliente pippotopolino chiama qualcun altro e non te?

Detto ciò, non vuol dire che se sei bravo a mantenere una reputation rispettabile e autorevole meriti di essere pagato di più degli altri. Solo che probabilmente ti riuscirà più facile farlo. Qui però non parlerò di personal branding o di brand reputation. D’altra parte non sta scritto da nessuna parte che un traduttore debba essere un professionista dell‘ immagine o un esperto di web o di comunicazione. Anche se magari un’infarinatura non farebbe male a nessun professionista….soprattutto per quanto riguarda la comunicazione. Mettici pure che io sono sempre stato un tifoso dell’accademia, un amante della ricerca. Uno che ha studiato per il piacere di studiare! Esiste la via della professionalità istituzionalizzata insomma. E perde, ahimè, sempre più quota.

Capisci ora che intendevano quando dicevano che dovevamo abituarci ad essere flessibili?

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Voglio solo fare una parentesi basata sulla mia esperienza.

Tutte le proposte di lavoro che mi sono giunte nell’ultimo anno, sono venute fuori o tramite questo blog e il suo form dei contatti o tramite colleghi, agenzie, aziende con cui sono entrato in contatto sul web. Gente che ha trovato il mio nome in internet. Su LinkedIn, Facebook, Twitter. Conoscenti di conoscenti. Se sei attivo la gente ti percepisce come attivo. Altrimenti per molti sei spento. OFF. Non parlo di protagonismo, parlo di fare networking.

Per carità, soprattutto in ambito traduttivo poi alla fine mi sono sempre occupato di localizzazione di siti web. Scommetto che per le traduzioni editoriali o giurate le strade siano altre. Fatto sta che al mio desiderio di intraprendere un dottorato di ricerca post-lauream per accedere alla carriera accademica, la risposta (accademica) che mi ha salvato la vita – o me l’ha rovinata? – è stata: non serve a un cazzo.

Come stabilire quanto costa una traduzione?

Passiamo al motivo per cui ho scritto questo post. Quanto costa una traduzione.

Non è una provocazione, ma proprio un desiderio di trasmettere un minimo di esperienza a chi sta in alto mare. Sei un traduttore, ti propongono un lavoro e se non sai neanche come rispondere va a finire in un solo modo: chiamano un altro.

Avere dei punti di riferimento per “fare il proprio prezzo” è fondamentale per un professionista freelance, che navighi in un regime fiscale a partita IVA o senza.

Senza giri di parole. Il costo della prestazione dipende dal livello di qualità del servizio offerto, dalla quantità di lavoro da svolgere, dalla difficoltà (e quindi la preparazione specifica richiesta) e per qualcuno dal tempo impiegato a portarlo a termine.

Qualità e tempo

Prima una parentesi sul tempo. Per questione di precisione e correttezza, nelle traduzioni si tende a non considerare il tempo come punto di riferimento. C’è da quantificare il lavoro e dare risposte precise: tot cartelle ENG-ITA? Allora costa così. Tot parole ITA-SPA? Allora la cifra è questa. Il tempo impiegato è soggettivo e imponderabile. D’altra parte, se conosci bene il tuo modo di lavorare, puoi anche soddisfare la tua voglia di tariffa temporale cercando di far coincidere le due cose. Se tradurre due pagine da 260 parole l’una ti richiede 2 ore e non vuoi guadagnare meno di 20 euro all’ora: 20/260: 0,0769. Chiedi 8 cent a parola e accontenti tutti.

Io sono un precisino e quindi, a mio discapito, non mi soffermo troppo sul tempo trascorso su un termine o su un passaggio particolarmente ostico. Ad ogni modo, qualità e tempo sono due argomenti legati tra loro. E nel caso di traduzioni “urgenti”, quando lo stress aumenta a dismisura, la parcella dovrebbe fare altrettanto.

Quindi, archiviato il tempo. Presumendo che la qualità del tuo lavoro (cessso-basso-medio-alto) tu l’abbia già stabilita confrontandoti con l’esperienza, io ragionerò in termini di qualità medio-alta e di tariffa proporzionata. E ricorda che la qualità del tuo lavoro dipende sì dall’esperienza e dai tuoi lavori pregressi, ma anche dal tuo grado di formazione. Nel computo entra il tempo dedicato a studiare (sei laureato? hai seguito corsi di formazione?), gli strumenti che utilizzi (CAT tools, dizionari, TM, etc.), la tua voglia di imparare, i tuoi libri, i corsi e i seminari. Insomma, la vita dedicata a imparare il tuo lavoro. Perciò esso non va mortificato.

Quantità

La quantità del lavoro di traduzione si misura, come già accennato, in parole o cartelle. Questi i miei due metodi per quantificare il lavoro che mi viene offerto.

La cartella è l’unità di misura preferita da molti, ma con l’era digitale crea una difficoltà: cambi l’impaginazione o il carattere e la media delle battute a pagina salta. Ad ogni modo si tende a considerare cartelle di 1500, 1800 e 2000 battute (spazi inclusi). Io preferisco stare nel mezzo e quando quantifico il lavoro “a cartella” mi attesto su quelle da 1800 battute. 1800 battute corrispondono a circa 250/280 parole e quindi così i miei esempi coincidono. Ciò vuol dire che se fissi il tuo prezzo a 25 euro per cartella editoriale, ti stai facendo pagare una media di 10 cent a parola.

Non dimenticare, che anche se non è esplicitato e non è dovuto, i clienti vorrebbero che il prezzo fosse ritoccato in caso di collaborazioni prolungate o “lavori grossi”. Tocca solo a te decidere.

Difficoltà

Ultimo punto, la difficoltà. La traduzione di un testo divulgativo o giornalistico non richiede conoscenze specializzate richieste nel caso della traduzione di un testo tecnico, come può essere un manuale di meccanica, un trattato sulla viticoltura o un saggio sulla neuro-linguistica. Voglio essere sintetico e leggibile e quindi riassumo il discorso alla pratica dicendo che mediamente, per traduzioni del genere, la tariffa va aumentata del 50%. Semplice, no? Sì, vaglielo a dire al cliente!

Il minimo sindacale

Parlo ai traduttori freelance come me, nelle agenzie succede di tutto e di più. Per il cliente cambia poco, il prezzo è simile, solo che in un caso va tutto al traduttore, nell’altro invece a quest’ultimo gli arriva la metà.

Praticamente quanto costa una traduzione lo decidi tu. C’è un punto su cui sono molto fermo e duro. E questo vale per tutti i professionisti in tutti gli ambiti: non venire a rovinarci la reputazione e il mercato. Non svendere il tuo lavoro perché ci andiamo di mezzo tutti quanti.

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In base a esperienze di anni (e a lotte decennali di lavoratori, aggiungerei) si è cercato di stabilire una soglia economica sotto la quale il lavoro si trasforma in sfruttamento! Sì, hai capito bene, c’è gente che non abbassa la qualità del lavoro del traduttore, lo rende penoso! Da sfruttamento.

Premesso che il tariffometro di Turner che trovi in fondo all’articolo nel link rende benissimo l’idea, volevo solo sintetizzare che, anche grazie a realtà come l’AITI o le altre associazioni, oggi possiamo dire che farsi pagare meno di 20 euro a cartella non dovrebbe corrispondere a un lavoro professionale.

Questo è un punto difficile e dolente, perché le tariffe variano anche solo in base alla posizione geografica e, guarda caso, al sud per essere competitivi in media ci si fa pagare meno dello standard. Aggiungerei che ci sono persone disposte a tradurre per UN CENTESIMO A PAROLA. Per sottolineare ancora di “che cifre stiamo parlando”, quantificando “a parola” e sempre secondo il tariffometro di Turner, si può dire che chiedere meno di 6/7 cent (a seconda di traduzioni verso la lingua madre o verso lingue straniere) deve corrispondere per forza di cose a una qualità che lui definisce “WC” (sempre in base al rapporto Cliente-Traduttore). E tu non vuoi produrre un cesso di traduzione, vero?

Una traduzione professionale di qualità medio-alta non può costare meno di 20/25 euro a cartella. Senza entrare nei dettagli delle parole, delle righe e tutto il resto. Per un freelance professionista questo dovrebbe essere un punto fermo.

Le tasse da pagare

Tasto dolente, lo so. Nel calcolare quanto costa una traduzione devi tenere conto della percentuale di tasse da versare allo Stato. Ti indico brevemente un po’ di informazioni.

Se non hai la partita IVA potrai fatturare un massimo di 5000 euro l’anno e non potrai lavorare per più di 30 giorni per lo stesso committente. Rispettati questi parametri, il tuo lavoro rientra nella categoria delle prestazioni occasionali. Puoi (devi) produrre una fattura, una ricevuta che include i dati fiscali e le cifre pattuite, conosciuta come ritenuta d’acconto. Si trovano decine di fac-simile in rete, io suggerisco queste molto carine prodotte da Webhouse.

Preciso che, se lavori per un’azienda (sostituto d’imposta) devi produrre la ricevuta con ritenuta d’acconto, se lavori per un privato che non può essere considerato sostituto d’imposta produrrai invece una ricevuta senza ritenuta. La ritenuta a tutt’oggi è del 20% e se la cifra lorda supera i 77,47 euro, la ricevuta va accompagnata da una marca da bollo di 2 euro.

Entro febbraio dell’anno successivo l’azienda invia una certificazione che attesta i redditi percepiti e la somma della ritenuta versata. Questo documento è utile per fare la dichiarazione dei redditi.

Sì, devi fare la dichiarazione dei redditi 😀

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Hai la partita IVA? Il web è stracolmo, grazie a Dio, di informazioni di ambito fiscale. Qui c’è un articolo su come mettersi in regola se si è traduttore o interprete.

In ultimo, per i traduttori editoriali esiste un regime fiscale ancora differente, ben spiegato nel sito del sindacato traduttori editoriali.

Perdonerai la concentrazione sull’argomento freelance e condividerai l’odio per le questioni commerciali/burocratiche. Il mio consiglio per non impazzire è chiedere una consulenza ad un commercialista. Ad ognuno il suo. Però non perdere la sezione “Altre risorse” alla fine dell’articolo!

Cavolo, un post che supera le 2000 parole!

Ecco. Ora spero che la prossima volta che qualcuno ti chiederà quanto costa una traduzione tu possa rispondere con un minimo di chiarezza, grazie a questo post.

Voglio concludere con una citazione di un professionista italiano della traduzione. Per evidenziare ciò a cui tengo di più. La professionalità e la precisione. La fatica e l’esperienza che puoi fare solo col lavoro e cogli anni.

Da un’intervista ad Andrea Di Gregorio:

[…] come spesso succede, si tende ad improvvisare. La traduzione fatta da un professionista è un lavoro serio e solo l’esperienza, il confronto, lo studio possono aiutare a fare bene questo mestiere. Se viene fatta con approssimazione, i rischi che si corrono sono tanti, sia nella traduzione letteraria, sia in quella tecnico-scientifica […]

Quindi, anche in questo caso la passione per il lavoro gioca un bel ruolo, non credi?


Altre risorse

• Le FAQ di Proz per il traduttore freelance

• Il famosissimo tariffometro di Turner

• Un thread su proz.com su “i primi passi da traduttore” focalizzato sui problemi fiscali

•La pagina dell’AITI dedicata alla professione con informazioni e documenti utili